lunedì 21 maggio 2012

World Press Photo: lo shock è servito!

L'ho vista.
Ne ho ricavato le impressioni che potete evincere dal titolo di questo post.
Una foto dopo l'altra cerca di creare, ogni volta che lo sguardo si sofferma su di essa, uno shock in piu', ma ormai senza piu' successo!
 by Brent Stirton, South Africa
Eh si perche ormai immersi come siamo nel mondo delle immagni e sopratutto di certe immagini - che noto sempre uguali con temi analoghi senza piu uscire dagli schemi di una comunicazione imbrigliata dalla moda estetica di elaborare le foto fino quasi a far perdere l'identita del fotografo e a farti chiedere di chi è l'immagine che hai di fronte: del fotografo o di chi l'ha fotoshoppata? ( se mi permettete il termine) - non riusciamo piu a distinguere la realtà fotografata dalla fotografia creata ad arte.

INTERROGATION ROOM by  Donald Weber.

Infatti ormai alcuni stili fotografici somigliano molto alle fiction o forse quest'ultime molto hanno preso dai fotografi. Ormai tutto si confonde e le foto di un dramma privato, fatte nell'intento di far conoscere cosa sia la realtà della condizione delle persone sottoposte a indagini di polizia, in uno stato dove il concetto di diritto è molto vago, rischiano di essere prese per le foto di scena di un film.
  Massoud Hossaini
E forse solo un paio di immagni suscitano vero orrore perche la finzione non puo spingersi cosi avanti, non puo' oltrepassare quel limite, non almeno nel nostro comune senso. Perché non vorremmo che l'immaginazione arrivasse a tanto.
Samuel Aranda, Spagna
E poi veniamo alla foto vincitrice, un chiaro richiamo alle immagini delle "pietà", quanto voluto e quanto casuale quanto giornalisticamente parlando racconta la questione? Quanto invece non è solo puro estetismo? Se fossimo in un contesto puramente artistico non avrebbe nemmeno senso porsi la domanda, ma visto che il premio riguarda il fotogiornalismo, me lo chiedo eccome!

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